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Una nottata sul torrente Resia
Parcheggio il furgone in quello che è diventato il mio spot preferito lungo il torrente. L’idea e la speranza è quella di essere solo e di leggermi un libro al tramonto ascoltando la melodie dell’acqua. E invece no. Accanto a me parcheggia un camper. E naturalmente è una coppia di triestini. E naturalmente li conosco pure. Destino birichino…così nonostante i piani siano stravolti, la serata risulta in ogni caso piacevole e dedicata alle chiacchiere, parlando di furgoni, di arrampicata e di montagne. Domani si parte per l’Anello della testata della Val Resia (o almeno è così che ho deciso di chiamarlo), nella sezione delle Alpi e Prealpi Giulie.
Partenza da Coritis
Lascio il furgone senza problemi in uno spiazzo nei pressi del ponte poco prima di Coritis, l’ultimo borgo della Val Resia.
Imbocco il sentiero CAI 738, che per i primi 4 km scarsi avrà una poco confortevole pendenza media del 50%. Raggiungo in poco tempo i ruderi dell’abitato di Slatina Inferiore, decisamente suggestivi qualora si stesse cercando una location che ospiti il sequel di The Blair Witch Project.
Panorama mozzafiato dalla Slatina Superiore
Giunto a Slatina Superiore (943 m) la storia decisamente cambia. Esco finalmente per un attimo dal sottobosco e vengo accolto da un abitato minuscolo ma invidiabile, con una vista incredibile sulla Catena del Canin e sull’Alta Val Resia. Ed eccolì lì (da sinistra a destra in questa enorme panoramica della valle) il Picco di Mezzodì, il Monte Sart e il Picco di Grubia, il Picco di Carnizza, il Canin, il Canin Basso, il Baba Grande, il Baba Piccola e il Monte Guarda. Si riesce a distinguere chiaramente quello che sarà l’anello di oggi, partendo dal Monte Guarda in poi. Si distingue anche il Bivacco Costantini e la Casera Canin.
Credo di aver perso almeno mezz’oretta a contemplare questa meraviglia.
Sella Pardulina
Da qui, abbandono il 738 e proseguo sul sentiero CAI 731 verso Est. L’arrivo a Sella Pardulina (1.335 m) indica ufficialmente la conclusione della parte boschiva di questa escursione ad anello (fatta eccezione per il rientro, ovviamente), nonché della parte con la pendenza maggiore. Da adesso si cambia registro.
Passeggiata sulla dorsale Sud
Finalmente esco ufficialmente dalla prima fase del trekking ed inizio a passeggiare sulla dorsale Sud della Valle, sbucando sul Monte Urazza (1522 m).
Dopo dopo aver superato anche il Monte Banera (1625m) rimango piantato a terra a fotografare una Zygaena, un lepidottero diurno con le ali macchiate di un rosso vivido bellissimo. Passo il bivio con il CAI 733 che porta alla Casera Caal e scavalco il Monte Plagne (1663m). Il panorama spazia sul Gruppo del Canin e anche a tratti verso la Slovenia.
In cima al Monte Guarda (Skutnik)
Proseguo l’Anello della Testata della Val Resia giungendo alle prime pendici del Guarda dove si stacca il bivio sentiero n. 741 per Casera Coot e poi si raggiunge con ripida salita il Monte Guarda stesso (quota 1720 m). Il panorama è circolare, spaziando dalle profondità della valle dell’Isonzo ai lontani Tauri ed alle Dolomiti.
Il Monte Guarda rappresenta la vetta più alta della catena che dirime la Val Resia dalla Valle Uccea, dominando di oltre 1300 metri di dislivello il fondovalle del Fiume Isonzo e la località di Saga. Estremamente panoramica, la cresta fu trincerata tra il 1915 ed il 1917. Tuttavia, cadde nelle mani degli Hessen imperiali durante la seconda giornata dell’offensiva di Caporetto. Per l’escursionista amante della storia, interessanti si rivelano le vestigia delle trincee, il graffito della 38^ Batteria da Montagna, e resti degli apprestamenti sul vicino Monte Plagna, cuspide difesa dagli Alpini del Ceva anche mediante il lancio di grossi macigni lungo l’erto versante di mezzogiorno.
Scendo verso Nord, accompagnato da una vista limpida e invidiabile anche sul versante Sloveno, dominato dal Monte Nero (Krn).
Salita alla Baba Grande
Giungo al Bivacco Costantini, che sorge sotto il piccolo ma arrogante Torrione Mulaz, a quota 1690m.
Nell’itinerario iniziale, da qui avrei dovuto iniziare a scendere in direzione della macchina. Ma oggi l’energia c’é, la luce pure, e decido di salire alla Baba Grande imboccando il sentiero CAI 731a, che inizia dietro al bivacco.
Compare il Rifugio Dom Petra Skalarja, situato sulla sella Konjsko sedlo nel Gruppo del Canin. Dietro il Rifugio ecco comparire anche il Monte Forato (2498m).
La deviazione mi appaga totalmente, donandomi i paesaggi lunari che tanto amo e che decisamente preferisco. Forse perché mi danno la sensazione che lì, dove difficilmente crescono i fiori e all’erba, non possano radicarsi nemmeno le cose brutte e i pensieri negativi. E sembra quasi che lassù anche i problemi non abbiano voglia di seguirti. Ecco, mi fa sentire un po’ come quando riemergo finalmente dopo una lunga apnea.
Visuale sulla Dorsale che abbiamo percorso. Il Monte Guarda, il Plagne, il Banera, l’Urazza e l’accogliente cresta che li ha percorsi. In basso a destra Malga Coot.
Rientro dal Versante Nord
Ritorno al Passo Infrababa Grande e scendo nuovamente al Bivacco. La discesa è abbastanza semplice, fatta eccezione per un breve tratto su roccia bagnata.
Col senno di poi, avrebbe dato vera completezza a questa escursione il rientro dal Passo d’Infrababa Piccola che separa la Baba Grande dalla Baba Piccola..ma ormai è andata così.
Il Bivacco Costantini
Il Bivacco Costantini, costruito in ricordo di Franco Costantini, è stato ricostruito nel 1981. É una struttura fissa in lamiera a botte che può offrire ricovero a 8 persone con 4 letti a castello con coperte e materassi.
Ai Piedi del Canin
Proseguo sul 732, tratto di passaggio dell’Alta Via Resiana fino a giungere a Berdo di Sopra (1257m) dove imbocco il CAI 642. Attraverso prati e faggete sotto le pareti Sud del Canin.
Casera Canin
La Casera Canin sorge su un pianoro erboso ai piedi dell’omonimo monte, su uno splendido punto panoramico sulla Val Resia. Sulla costa che si eleva ad est della casera si sviluppa la traccia ormai quasi abbandonata che consente di salire in vetta al Canin. La casera – dotata di 7 posti letto – è raggiungibile da da malga Coot oppure da Coritis. Non dispone di acqua potabile.
Rientro a Coritis
Dopo l’indicazione per Coritis seguo l’ultimo tratto di noioso sentiero nel bosco di Faggio. <Concludo l’Anello della Testata della Val Resia arrivando al furgone bello cotto e decido di rilassarmi una ventina di minuti immergendo le gambe nel fiume.
Ahimè da lì a qualche ora m’è salita la febbre a 38 con forti conati di vomito. Probabilmente questa volta ho esagerato.. Per concludere in bellezza, mentre scrivo, a una settimana dal giro, sento ancora le ginocchia infiammate ed ho dovuto rinunciare alla salita alle Crete di Aip per starmene a riposo.
Di domenica leoni…