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Nottata ai piedi del Monte Pelmo
Parcheggio il furgone nel grande parcheggio dal poter eventualmente imboccare il sentiero che porta al Rifugio Città di Fiume. Osservare da vicino il Caregon è uno spettacolo emozionante che non potrà mai stancarmi. Sveglia all’alba. Si parte.
Partenza dal Rifugio Passo Staulanza
Parcheggio di fronte al rifugio Passo Staulanza e imbocco sentiero CAI 472. Mi addentro nel bosco e dopo poco, al cospetto della Croda Rotonda, la vista si apre su uno spettacolo memorabile. Da sinistra a destra, il Ponta Lastoi d Formin, il Mondeval, Cima Ambrizzola, il Col Duro, il Becco di Mezzodì, la Rocchetta e il Col de la Puina. A destra si apre la Val D’Arcia, con quel che rimane (ben poco) del suo ghiacciaio. Una possibilità di questo trekking ad anello del Monte Pelmo è quella di attraversare la valle e il suo lungo ghiaione franoso de versante nord. Io decido di optare per la variante prosegue lungo il CAI 472.
Il panorama sulle Dolomiti Ampezzane è strepitoso. Il Mondeval, i Lastoni di Formin, Il Croda da Lago, il Becco di Mezzodì mi ricordano molte delle mie escursioni. La prima tra tutte è L'”Alta Via 1 delle Dolomiti”, grazie alla quale ho scoperto questi luoghi. Non posso poi non pensare al “Mondeval e Forcella Ambrizzola con le Ciaspole”, all'”Anello della Croda da Lago” e all'”Anello di tre giorni nelle Dolomiti Ampezzane”.
Il Rifugio Città di Fiume
Ricavato dalla antica Malga Durona ed inaugurato il 20 settembre 1964, il suo nome ricorda da un quarantennio i fiumani in esilio. La malga si identifica con la tipologia delle abitazioni delle valli dolomitiche e cioè con la pietra reperita sul posto, nella parte basale e con il legno nella parte superiore, tetto compreso. Il Rifugio Città di Fiume riporta con piacere alla mia mente i ricordi dell’Alta Via delle Dolomiti 1, che ha fatto rinascere in me l’amore per i sentieri di montagna e le escursioni nelle dolomiti.
Il Sentiero Flaibani
Abbandono il Rifugio Città di Fiume ed imbocco il sentiero CAI 480, noto come il Sentiero Flaibani. Il sentiero Flaibani copre l’anello tra il rifugio Città di Fiume e il rifugio Venezia, passando per la forcella Val d’Arcia, ed è uno dei tratti dell’Altavia n.1 delle Dolomiti. Supero la Forcella Foràta ed inizio un tratto decisamente più alpinistico da non sottovalutare. Il percorso si fa più ripido, su roccette dall’equilibrio discutibile, e presenza dei passi attrezzati semplici, ma non turistici.
Terminato il tratto più ripido e al comparire di un manto erboso, svettano imponenti il Monte Pelmo e il Monte Pelmetto. Alle mie spalle un panorama emozionante al centro del quale svetta la Marmolada e, più a destra, il Gruppo del Sella.
Salita alla Forcella Val d’Arcia
La salita alla forcella Val D’Arcia, in questo trekking ad anello del Monte Pelmo, si sviluppa lungo il versante nord della Valle e non presenta particolari difficoltà, fatta eccezione per un po’ di fiato richiesto. La Forcella si affaccia sulla Valle del Boite (grande masso con segnalazioni escursionistiche).
Sotto le Cime di Forca Rossa
Da qui, la traccia che consente il collegamento tra il Rifugio Città di Fiume e il Rifugio Venezia si fa decisamente più ardita e richiede molta attenzione. La discesa dalla forcella è decisamente poco comoda e richiede passo sicuro percorrendo un’instabile ghiaione. Volteremo a destra attraversando una prima cengia un po’ esposta assicurata da un cavo metallico. Una seconda cengia attrezzata ci farà passare sotto le Crode di Forca Rossa. É decisamente il passaggio più caratteristico di questo anello, nonché il tratto che ne alza l’asticella della difficoltà.
Il Rifugio Venezia
Il sentiero diviene meno insidioso e taglia in diagonale gli sfasciumi e i detriti che che scendono dalla Spalla Est del Pelmo conducendo alla conoide, consolidata dal bosco di conifere dei Campi di Rutorto che ospita il Rifugio Venezia. Un po’ di relax, birretta e dolcetto.
Le Mandre
Dal rifugio si arriva al vicino Passo di Rutorto, camminando in un bel boschetto di larici e pini mughi, da dove si segue il sentiero n. 472 (Alta Via n. 1, Anello Zoldano) che percorre tutte le pendici sud del Monte Pelmo. Trascurando tutti i sentieri che scendono in Val Zoldana si continua sul n. 472 arrivando al Col delle Crepe Cavaliere, dove vi è l’importante bivio con il sentiero per Palafavera. Trascurandolo, si continua sul sentiero n. 472.
Deviazione al Pelmetto
Dopo 5 minuti, presso la Pala de le Dee, incontriamo le indicazioni per le orme dei dinosauri. Questa deviazione, che richiede in totale circa un’oretta prima di rientrare sull’anello, può essere anche esclusa.
Orme dei Dinosauri sul Pelmetto
La vetta minore del Monte Pelmo, il Pelmetto, ospita infatti le testimonianze del passaggio di alcuni dinosauri risalenti a 220 milioni di anni fa.
In un grosso masso, staccatosi dalla parete sud-ovest del Pelmetto, sono state rinvenute le orme di almeno tre dinosauri che nel Mesozoico attraversarono questa località.
Una calco delle impronte in scala naturale è conservato nel museo di Selva di Cadore, ove una sezione è interamente dedicata allo studio di quest’area.
Un patrimonio geologico importantissimo che consente all’uomo di avvicinarsi alla lontanissima quanto fiabesca storia dei dinosauri. Probabilmente, i dinosauri che hanno lasciato qui le loro tracce erano bipedi e alcuni studi rilevano quasi con certezza che si trattava di Ornitischi, Celurosauri e Prosauropodi.
Rientro al Passo Staulanza
Ripreso il cammino ci si dirige ora direttamente verso il Passo Staulanza, percorrendo il tratto più boschivo di tutto il percorso. Dominati sempre dalle grandi pareti del Pelmetto si perde quota tra abeti, larici e pini mughi. Il sentiero n. 472 in questo tratto è ampio e comodo per cui si può procedere in tutta tranquillità, godendosi le ricchezze botaniche e il paesaggio. In breve, infatti, si torna al Passo Staulanza. Termina così questo anello del Monte Pelmo, decisamente da consigliare.